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martedì 16 maggio 2017

se telefonando...

Se ai tempi della pubblicità per la vecchia SIP (attuale TIM) l'agenzia Armando Testa aveva fatto centro (anche soprattutto all'interpretazione di Massimo Lopez) con il famoso slogan "una telefonata allunga la vita" (https://www.youtube.com/watch?v=-F2ppwDOG7k), ai tempi nostri invece basta una telefonata per accorciartela, la vita (politica e morale). O comunque determina non dico uno scandalo ma almeno una certa indignazione. Come nel caso della conversazione tra i Renzi, padre e figlio, con il primo intercettato a causa dell'inchiesta CONSIP che già tanto rumore aveva fatto qualche mese fa e che adesso, grazie al libro di Marco Lillo ("Di padre in figlio"), svela un capitolo ancor più torbido e singolare (http://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/la-telefonata-renzi-chiamo-papa-tiziano-non-dire-bugie-non-ti-credo/) confermando quanto sia prezioso per chi conduce le indagini, di qualsiasi tipo e per qualsivoglia reato, ascoltare quello che si dicono i due interlocutori. Lo è stato nel caso più clamoroso di cui ho già parlato (quello del Berlusca e delle famose Olgettine), lo è sempre stato nelle intercettazioni di svariati criminali (non ultimo Mafia Capitale con Carminati & C.) e credo che continuerà ad esserlo sempre. In buona sostanza, se telefonando ci si può inguaiare a propria insaputa, ascoltando si possono acciuffare pesci piccoli e grandi che sguazzano nel mare magnum della politica, della finanza e della criminalità organizzata in generale. A mio modo di vedere bisognerebbe rendere merito alla buonanima di Bernardo Provenzano che, per 43 anni durante la sua latitanza, ha abiurato il telefono e ha usato esclusivamente pizzini. Certo, alla fine lo hanno beccato ma, almeno, ha risparmiato per tantissimo tempo sui costi delle bollette telefoniche. Chapeau!

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