tpi-back

martedì 5 ottobre 2010

il Paese dei missionari (della libertà)


Da quando è sceso in campo, in quella fatidica e sciagurata giornata del 26 gennaio 1994 (ricordata anche per la famosa calza di nylon sull'obiettivo della telecamera), Silvio Berlusconi ha fatto del sostantivo libertà l'opera omnia della sua attività politica. Praticamente non c'è stato comizio, discorso o semplice telefonata con la mignotta di turno senza il quale il Cavaliere non abbia fatto ricorso al termine LIBERTA'. Una specie di ossessione subliminale che deve ancora tarare se, come dimostrato anche dal suo discorso-show di domenica sera a conclusione della 2^Festa della Libertà del PdL, ogni 10 parole usate (a parte comunisti e giudici) una è libertà. A questo punto mi sorge il sospetto (non necessariamente maligno) che la sua paura inconscia sia proprio quella di perderla questa benedetta libertà. E ovviamente stiamo parlando della sua. Gli incubi notturni (quasi parametrabili a quelli di un vecchio sketch in bianco e nero della pubblicità dell'Olio Sasso nella quale lo scomparso Mimmo Craig si vedeva nel sogno con una enorme pancia e al risveglio la pancia non c'era più) devono far sudare freddo il Cavaliere, seppur attenuando il tutto con preziose lenzuola di seta pura e con morbidi guanciali a forma di seno materno, capezzoli inclusi. Ed ecco allora che la paura delle manette viene esorcizzata ricorrendo al mantra della parola libertà, declinata in ogni sua forma possibile ed immaginabile. Fino a giungere a queste nuove formazioni (di ignari custodi della preziosa libertà del presidente del Consiglio) denominati forse un pò pomposamente team della libertà (http://www.affaritaliani.it/politica/pdl_voto_team_liberta051010.html). In pratica una versione riveduta e non corretta dei vecchi "missionari della libertà" che, a loro volta, erano figli e nipoti rispettivamente dei "paladini della libertà" e dei "pretoriani della libertà", tutti malinconicamente e celermente archiviati nonchè rottamati senza nemmeno usufruire del benchè minimo incentivo di Stato. Ci fu anche una televisione della libertà, fortemente voluta dall'allora non ancora ministra Michela Vittoria "autoreggente" Brambilla, che fece una ingloriosa fine e di cui mi occupai con un articolo scritto poco più di due anni fa (http://tpi-back.blogspot.com/2008/08/orfani-della-tv-della-brambilla.html). Insomma, a quanto pare, le naufragate esperienze del passato non debbono aver insegnato molto ai cultori della libertà e in particolar modo al dominus per antonomasia; l'ordine di servizio diramato da Berlusconi domenica dal palco milanese è stato quello di formare le nuove squadre di missionari della libertà (o team che poi la sostanza non cambia) per essere presenti "capillarmemente" sul territorio nazionale e nelle 61 mila sezioni elettorali, ovviamente in vista delle prossime ed inevitabili elezioni politiche anticipate. Ora il problema, se così vogliamo chiamarlo, è costituito dal reclutamento di questi missionari del porta a porta della libertà, di questi militanti ciechi ed obbedienti al servizio di Sua Emittenza. Ne servirebbero, conti alla mano, circa 300.000 perchè il presidente del Consiglio ne vuole cinque o sei per ognuno dei 61.000 team della libertà e di questi tempi non è facile assumere (senza nemmno stipendiarli) giovani e meno giovani con gli ideali berlusconiani, anche perchè ciechi ed obbedienti sì ma coglioni no di certo. E allora sembra che questa chiamata alle armi del Berlusca stia miseramente naufragando: quelli che hanno risposto affermativamente (fregandosene di ricevere in cambio del loro impegno un carnet di buoni pasto) sono a tutt'oggi circa 50.000. Un pò pochini se la previsione era sei volte tanto. Ma tant'è. Il cavaliere non sembra preoccupato: volete mai che uno che ha impiegato 154 giorni per scovare il successore del ministro dimissionario dello Sviluppo Economico non riesca a trovare 250.000 missionari con l'animo berlusconiano e con la predisposizione del "piazzista della libertà"? Ma ci mancherebbe altro...

3 Commenti:

  • Alle mercoledì 6 ottobre 2010 alle ore 19:24:00 CEST , Anonymous Anonimo ha detto...

    Buonasera carissimo come va? Forse se li paga li potrebbe anche trovare.Il problema è che,con questa legge elettorale,l'opposizione deve stare molto attenta ad elaborare una strategia efficace,altrimenti son dolori.Ciao Mauro.

     
  • Alle mercoledì 6 ottobre 2010 alle ore 21:49:00 CEST , Blogger nomadus ha detto...

    Caro MAURO, strategia efficace o meno, l'importante è (come dice giustamente Di Pietro) mandare a casa Berlusconi. Questa è la vera missione. Altro che missionari. Un affettuoso saluto.

     
  • Alle martedì 12 ottobre 2010 alle ore 09:07:00 CEST , Anonymous Davide ha detto...

    Un idea per fermarli: quando e se suoneranno alla vostra porta, invece di scacciarli come si fa con i testimoni di Geova, fateli entrare.
    Sì, fateli entrare, fateli accomodare. Fateli parlare, presentatevi come elettori moderati, indecisi. Lasciate che intravedano uno spiraglio.
    Cercate di seminare voi, il dubbio… lentamente, subdolamente. Fategli lo sgambetto sulle piccolezze, fateli sentire impreparati, confondeteli. Non aggrediteli, non accusateli. Mai! Usate sempre e solo il buon senso. Anche se siete quelli che scrivono le battute a Beppe Grillo, o fan sfegatati di Travaglio, andateci piano. Pianissimo.
    Fategli credere che avete bisogno di loro, per decidere cosa votare. Fategli credere che non volete propaganda, volete fatti concreti, volete essere aiutati a decidere con cognizione.

    Attenzione, l’obiettivo non è convincere loro a non votare Berlusconi. Molto probabilmente sarà impossibile.
    Quel che è importante è che gli facciate perdere tempo.

    Sì, fategli perdere tempo. Chiedete loro di procurarvi del materiale. Chiedete altro materiale, altre copie di volantini e riviste.
    Ogni minuto passato con voi, è un minuto in cui li terrete lontani dagli altri. Ogni pezzo di carta dato a voi, è un rifiuto tolto dalle mani di un altro.


    Continua su:
    http://tuttiisogni.tumblr.com/post/1293157465/i-missionari-della-liberta-del-pdl

     

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