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mercoledì 26 marzo 2008

il cavaliere & la furbesca asta elettorale




Circa due mesi fa, quando iniziò questa campagna elettorale che ci porterà al voto tra 18 giorni, i toni usati dai principali candidati premier erano sicuramente molto soft, quasi sussurrati, una sorta di disfida in punta di fioretto. Molti osservatori politici e di costume si meravigliavano del fatto che anche un tipo come Silvio Berlusconi (normalmente incline all'uso della gestualità poco oxfordiana e dei toni non proprio da convento di clausura) si fosse mosse nell'arena elettorale quasi in punta di piedi, con le babusce piuttosto che con i mocassini con il tacco rialzato, senza far troppo rumore ed evitando plateali attacchi al suo principale avversario politico, Walter Veltroni. Io, francamente, non ero del tutto convinto della bontà di comportamento e di strategia berlusconiana fino a quel momento messa in atto. Ci vedevo più una soluzione temporanea ed attendista, orchestrata dallo staff del cavaliere, che una vera e propria scelta nel modo di fare di sua emittenza. Ed infatti il tempo mi ha dato ragione. Tralasciando il gesto poco elegante di Berlusconi dal palco del Palalido di Milano (quando stracciò il programma del PD), sorvolando sulle innumerevoli uscite televisive sempre infarcite delle ripetitive e stucchevoli accuse alla sinistra che oramai si porta dietro da 14 anni come un grammofono, evitando commenti su corna e dito medio esibiti in svariate occasioni prontamente documentate, mi è parso che sia bastato il recente caso Alitalia e la recentissima proposta di Veltroni (di aumentare già da luglio le pensioni minime di 400 euro all'anno), che subito è scattata l'indole da piazzista e da venditore di sogni di Berlusconi, facendo aumentare il tasso di litigiosità tra le parti e facendo allontanare il clima elettorale, un poco più serio e civile, percepito all'inizio, a scapito di una sceneggiata padana connaturata da elementi tipici di un'asta. Ma non un'asta tipo Christie's oppure Sotheby's, magari. Quanto piuttosto un'asta tipica da mercato del pesce o della frutta, dove i vari Bondi, Bonaiuti & Co. fanno da scaricatori e da contorno vociante al principale venditore. Il personaggio berlusconiano lo imponeva: rispondere colpo su colpo (anche se impreparato) alle iniziative veltroniane. E così che ti fa l'omino dei sogni? Ti rialza l'offerta pensionistica non già dicendo 450 o tiè 500, nossignori. Lui dice direttamente 1.000! E tutti i pensionati italiani già stanno pregustando una simile leccornìa preparandosi ad offrire, in cambio di cotanta beneficenza, il loro voto al Vate meneghino. Se non fosse per un piccolo particolare: si potranno fidare ancora una volta di questo signorotto che già in passato promise milioni di posti di lavoro e pensioni minime a 516 euro per tutti (mia madre ancora la sta aspettando...), per poi miseramente tener fede al 30% di quanto promesso? Io credo di no. Questa volta i bravi ed accorti pensionati non si faranno infinocchiare dal Berlusca, non si caleranno ancora le mutande davanti al Profeta del risanamento e dei miracoli all'italiana. No, questa volta no. Meglio accontentarsi di 400 euro all'anno sicuri e garantiti, piuttosto che dei 1.000 virtuali da asta elettorale. Anziani sì, ma fessi no!

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