le previsioni (rovinose) del cavaliere
Debbo confessare che attendevo con malcelata ansia, mista a speranza, la votazione finale sulla Finanziaria al Senato. Avevo seguito negli ultimi giorni le votazioni (troppe) e gli interventi (prolissi e ripetitivi dalla Cdl) che si sono susseguiti fino a ieri sera. Grazie al canale di SKY (824 del bouquet) mi sono immerso nell'aula del Senato con una non-stop fino alle ore 23 e oltre, apprendendo con soddisfazione che il governo Prodi aveva superato l'esame, con 161 voti favorevoli contro i 157 contrari, a dispetto delle funeree attese del centrodestra (in particolare di sua emittenza) che sperava nella famigerata spallata con cui far cadere l'Esecutivo. Le ha provate tutte il centrodestra per far implodere (termine molto caro al berlusca) il governo Prodi: prima una sfilza interminabile di emendamenti e subemendamenti (fortunatamente ridotti della metà), poi con gli interventi di senatori di Forza Italia (in particolare si sono distinti Azzollini e Novi) oltre che di Alleanza Nazionale e della Lega Nord (in primis Castelli) finalizzati a chiedere verifiche, postille, aggiunte o cambiamenti agli ordini del giorno per poter creare quel pericoloso reticolo di melina politica e istituzionale cercando, inutilmente però, di sfiancare la resistenza di quei senatori che ancora erano incerti se votare SI' alla Finanziaria ( vedasi DINI e BORDON). La coalizione di centrosinistra ha retto benissimo l'onda d'urto delle 700 e più votazioni, solo in due occasioni la maggioranza è andata sotto, gli emendamenti più importanti hanno superato i trabocchetti melliflui disseminati dal centrodestra e alla fine, l'applauso liberatorio del semicerchio del centrosinistra ha salutato la comunicazione della votazione da parte del presidente Marini (che addirittura era stato criticato per non aver fatto rispettare la giornata del 14 novembre come data della votazione finale) con buona pace, immagino, di sua emittenza che ha dovuto mandar giù un bel rospo (nessun riferimento a Dini...) aiutato, presumo, nell'operazione da quel simpaticone di Sandro Bondi e dal suo portavoce-ombra Bonaiuti. Credo che ora ci sarà un serrato confronto tra i due galli nel pollaio della Cdl (Fini e Berlusconi): il primo ha già chiesto una verifica e una svolta all'interno della coalizione, il secondo ha risposto a brutto muso che non cambia niente e che lui rimane sempre il capo e che il capo non si discute, anche perchè "...l'unico che si sia dato da fare nella direzione indicata dagli italiani sono stato io. Il resto è soltanto politichese da professionisti della politica ormai lontani dalla realtà." Non vorrei sbagliarmi, ma il bue che diceva cornuto all'asino è sempre esistito anche prima della discesa in campo dell'unto dal Signore...
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