Mi ha profondamente colpito ed addolorato la notizia di cronaca di qualche giorno fa, a Roma zona EUR, che ha visto l'assurda morte (io la chiamerei ESECUZIONE) di un cinquantenne imprenditore siciliano all'esterno di un locale della movida romana (http://www.ilgiornale.it/news/cronache/bodyguard-si-messo-i-guanti-massacrare-galvagno-1438141.html). Il fatto in sé è di una allucinante bestialità insensata e gratuita, quello di massacrare a pugni e calci un uomo evidentemente ubriaco (e quindi largamente privo delle normali difese personali) che bastava allontanare dal locale magari chiamando esclusivamente la forza pubblica. Invece cinque bestie chiamate impropriamente bodyguard l'hanno scientemente e volontariamente ucciso, con l'unico pretesto che Galvagno creava problemi all'interno del locale. Come al solito, il capannello di persone presente sul piazzale antistante il San Salvador nulla ha fatto per evitare lo scempio. Solo uno, dotato di elevato senso civico, ha provato a fermare uno dei buttafuori ricevendo come risposta l'invito a farsi gli affari propri e che non gliene fregava niente di quel fantoccio inanimato a terra. Fortunatamente il meccanico testimone ha raccontato per filo e per segno ai Carabinieri quanto visto permettendo così il più che meritato arresto dei cinque animali chiamati uomini. La prassi notoriamente acclarata di assistere senza intervenire a fatti similari mi fa talmente stomacare che ometto ulteriori considerazioni personali. Tutti meriterebbero l'accusa di favoreggiamento, senza distinzione alcuna. Forse qualche giorno di gattabuia farebbe ritornare la voglia di intervenire e di evitare scempi di quel genere. Ma non ne sono sicuro...
Oggi voglio iniziare la ripresa dei miei post (dopo la pausa estiva) riscrivendo parola per parola, virgola per virgola, punto per punto, l'articolo che ho letto sulla Repubblica edizione Roma di stamattina a firma dello scrittore Marco Lodoli. A proposito della paventata riduzione notturna del flusso d'acqua a Roma in alcuni quartieri. Mi ci riconosco in questo spassoso articolo perché anch'io abito all'attico...Buona lettura. La siccità di quest'anno ha fatto danni immensi, le campagne attorno a Roma sono inaridite, assetate, sgretolate dal sole e dall'assenza di pioggia; i laghi si ritirano a vista d'occhio, rischiando di trasformarsi in malinconiche pozzanghere; il Tevere sembra invece un serpentello scorticato che fugge tra i sassi sporgenti, sempre meno maestoso, sempre più stretto per colpa di una siccità che non molla. Tutto è giallo, crepato, sabbioso: nell'agro romano le autobotti portano sorsi d'acqua alle coltivazioni prosciugate, le mosche e le vespe impazzite dal caldo funestano la nostra estate e tutto sembra solo una lunga attesa dell'acquazzone benedetto che riporterà pace, umidità nella terra e nell'anima, liquida dolcezza. Ma l'acquazzone come Godot non arriva. Lo aspettiamo chiacchierando, lamentandoci, immaginandolo, ma non c'è niente da fare, le nuvole non si stringono, non si oscurano, non precipitano. E così si è arrivati a un razionamento notturno dell'acqua. Di giorno potremo continuare a bere a garganella, a farci le nostre belle docce, a innaffiare i gerani in terrazza: ma di notte di acqua ce ne sarà poca, la pressione sarà ridotta al minimo e bisognerà stare attenti anche a tirare la catena dello sciacquone. La cosa più strana è che chi soffrirà di più per questa carenza notturna saranno gli abitanti dei piani alti. Diciamo che fino al secondo, al terzo piano, la pressione sarà sufficiente a far salire l'ospite prezioso, magari dai rubinetti non uscirà un fiotto veemente, ma comunque fino a metà palazzo l'acqua dovrebbe arrivare. Saranno guai solo per i signori dell'attico e superattico, quelli un po' sdegnosi, quelli con il grande terrazzo strapieno di piante verdissime e fiorite, quelli là, insomma, l'avvocato e la sua signora, la commercialista e il marito giovane, il manager con moglie e quattro figli biondi e un po' antipaticucci: quelli dei piani nobili, che non sempre salutano con cordialità, che partono con l'ascensore senza attendere, che se la tirano un po' troppo. Ecco, a quanto pare stavolta saranno proprio loro a patire maggiormente per l'acqua razionata. Sotto potremo tirarci i gavettoni, potremo rovesciare ettolitri nei vasetti delle piante grasse, potremo farci bagni sontuosi in vasche traboccanti: sopra moriranno di sete, dovranno cavarsela con le taniche, dovranno centellinare ogni bicchierino notturno. E' così, la vita gira, fa dispetti, ribalta l'ordine stabilito, toglie e dà capricciosamente o secondo regole imperscrutabili. Fatto sta che stavolta i fortunati dei piani alti invidieranno i poveretti dei piani bassi. Sotto si farà festa, sopra si andrà a letto con la gola secca e un po' di rabbia in corpo.
Non è la prima volta che leggo dichiarazioni del musicologo pazzo, al secolo Marco Castoldi, relative a critiche e contumelie varie verso tutto e tutti. Ma l'intervista di stamani, pubblicata su Il Messaggeroa cura del critico musicale Marco Molendini, è da non perdere. Per chi se l'è persa eccola qua: http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/musica/l_intervista_i_nomi_possono_diventare_un_destino_specie_quelli_d_arte_che_in-2589795.html). Piccola postilla personale: concordo totalmente con l'affilato e caustico giudizio di Morgan sul divo catodico strapagato che risponde al nome di Fabio Fazio.
Fa un certo effetto sapere che un manager dalle riconosciute qualità lavorative (e dalle più che conosciute doti nascoste molto apprezzate dalla moglie) come Flavio Cattaneo possa lasciare l'azienda, per la quale ha lavorato per poco più di 15 mesi, con una buonuscita di circa 25 milioni di euro (http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/24/tim-con-25-milioni-di-buonuscita-flavio-cattaneo-entra-nella-top-ten-dei-divorzi-doro-di-piazza-affari/3751984/). Anzi, più che un certo effetto a me personalmente scandalizza che, in tempi di crisi di lavoro, di economia e di recessione oramai decennale, si possa a cuor leggero ricompensare l'uscita anticipata (e furbesca) di un Amministratore Delegato della più grande compagnia telefonica italiana (seppur con la presenza della francese Vivendi) con una spropositata cifra che sarebbe bastata a 2.ooo giovani o poco più, in cerca di occupazione, per ricevere 1.000 euro al mese per un anno intero. Posso capire il curriculum di Cattaneo e i suoi trascorsi in Terna NTV e altro (è stato anche manager di EXPO CTS) ma credo che un pochino di moralità economica sarebbe stata auspicabile da chi certamente non si trova in uno stato acclarato di indigenza. Comunque, al di là di considerazioni e polemiche, la persona più felice di tutto ciò (a parte ovviamente il diretto interessato) è la signora Sabrina Ferilli in Cattaneo che ci ha visto lungo quando decise di mollare il suo primo squattrinato marito (Andrea Peroni, semplice tecnico delle luci di teatro) per la gallina dalle uova d'oro che le permetterà, anche in caso di inopinato divorzio, un tenore di vita assai superiore ai suoi pur eccellenti emolumenti da attrice affermata.
Nella giornata dedicata al ricordo della strage di via Mariano D'Amelio, avvenuta 25 anni fa con la morte di Paolo Borsellino e della sua scorta, volevo riproporre quanto da me scritto nove anni fa su questo blog, sperando che il sacrificio del giudice e degli uomini che lo tutelavano, come del resto quello di Giovanni Falcone, della moglie e degli uomini della scorta, non rimanga vano ma contribuisca (come d'altronde sta facendo) a formare la coscienza civile e legale di questo Paese. (http://tpi-back.blogspot.it/2008/07/19-luglio-1992-morte-della-legalit.html?=0)
Prendendo spunto da una battuta di uno dei miei due amici storici (riguardante il fatto che, secondo lui, io assomiglio a Carlo Verdone), ho ritrovato due cose che si riferiscono al mio attore preferito in assoluto. Uno è un vecchio post che ho scritto tanti anni fa in occasione di un suo film (http://tpi-back.blogspot.it/2008/03/matrix-e-il-megaspot-carlo-verdone.html) e l'altro è un docufilm sulla sua vita che ho scovato sul sito di Rai.it (http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-ce6b3ea3-53f6-49e1-98b2-587defbe4db8-cinema.html) e che vi consiglio di vedere in questa estate avara di nuovi programmi televisivi ma piena di stantìe repliche. Anche perché quando si tratta di Carlo Verdone, ogni occasione è buona per ridere con gusto ed intelligenza.