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sabato 22 gennaio 2011

ma che aspettiamo a cacciare Berlusconi?


Dopo aver visto l'altra sera la puntata di Annozero dedicata al caso Ruby e alle evoluzioni pecorecce dell'attuale presidente del Consiglio (http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-6aa91fa7-0e48-400c-9b65-6aaed640d1f9-annozero.html) mi è venuta una tale voglia di espatriare e di non dover così più dire che vivo in un Paese governato da un maniaco sessuale certificato e acclarato, che alla fine ho dovuto rinunciare solo per non aver trovato il biglietto aereo a prezzo competitivo. A parte le battute, questa situazione generata dall'ennesimo scandalo a luci rosse che vede Berlusconi in pole position non fa altro che aumentare la necessità che qualcuno si prenda la briga di fare un qualcosa di definitivo, di risolutorio, mandando a casa il satrapo di Arcore e ripristinando una situazione di normalità in un'Italia che attualmente viene vista dal di fuori come Sodoma e Gomorra, come un immenso puttanaio, come un Paese in cui si fa sesso a non finire, dove le giovanissime donne dell'harem berlusconiano non fanno troppa fatica nell'aprire le gambe e concedersi al Sultano di Arcore. Ma a parte tutto ciò, quello che francamente più mi ha impressionato nell'appendice di questa disgustosa vicenda è stata la violenza delle parole usate da mister B. in televisione, nella "sua" televisione. Le palesi menzogne del suo puerile tentativo di difesa, unitamente alla campagna mediatica scatenata dai suoi sgherri sia in RAI che su Mediaset, sono a mio avviso da allarme rosso. Menzogne usate artatamente per ingannare il Paese, dividere l'Italia e circuire quella fetta di italiani che ancora lo identificano (a 74 anni suonati) come un'icona dalla straordinaria potenza sessuale (che poi sappiamo tutti costituita dall'impianto idraulico da ventimila euro che permette l'erezione). Menzogne che provocano, tra l'altro, una spaccatura negli italiani non solo sulla persona del presidente del Consiglio, ma anche su due questioni decisive sancite dalla nostra Costituzione: l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e la separazione dei poteri dello Stato. E questo accade perchè un solo uomo (nella fattispecie Berlusconi) e un gruppo di potere strettamente a lui connesso si considerano padroni di quello Stato che vogliono piegare alle proprie ambizioni e ai propri disegni. In buona sostanza l'affare Ruby ha rivelato, più di ogni altra vicenda, l'essenza stessa del cosiddetto "berlusconismo", ovvero un autoritarismo padronale che si tramuta in regime politico autoritario. L'Italia, e non credo di esagerare scrivendo ciò, sta correndo un serio pericolo. Questa vicenda legata a Ruby e alle altre rischia di degenerare in qualcosa di drammatico per il nostro Paese. Non ritengo che si possano più fare troppi calcoli, in particolare se convenga o meno andare alle elezioni anticipate. Reputo invece che la prima cosa da fare sia quella di togliere Berlusconi da Palazzo Chigi, esautorandolo dal suo attuale potere. C'è in ballo l'interesse dell'Italia, la salvezza della democrazia, il decoro della Repubblica, la dignità della politica, il rispetto delle donne. E non mi pare che sia poca cosa. Questa storia del bunga-bunga rivela uno stile di vita e una concezione dello Stato (oltre a rapporti e relazioni umane) che non sono compatibili con un qualsiasi ruolo pubblico intrisa com'è di mercimonio, sesso, abusi e violenze. Non era stato forse proprio il trapanatore di Arcore, qualche giorno fa, a dire che era orgoglioso del suo stile di vita? Benissimo. Se lo tenga. Ma se fossero di autentico esempio i comportamenti prossenetici altamente degradanti di cui abbiamo avuto conoscenza da Arcore, verrebbero da fare cattivi pensieri sulla natura umana. Ma per nostra fortuna la natura umana è molto più ricca di quella che abbiamo visto rappresentata in questi giorni. Ma a parte questo rimane il fatto che Berlusconi se ne deve andare, rassegnando le dimissioni. Il modo c'è. E' sufficiente bloccare in Parlamento gli atti del Governo, a cominciare dal federalismo tanto caro alla Lega. Basta una presenza permanente, costante e senza eccezione alcuna da parte dei parlamentari delle opposizioni. In men che non si dica ritengo che la maggioranza imploda, sfasciandosi definitivamente. Si tratta di una scelta politica dura e straordinaria, ne convengo, che sottolinea l'eccezionalità del momento e la necessità di farvi ricorso. Ora, e soltanto ora, è necessario uno scatto di passione civica, punto di partenza imprescindibile per ricostruire questo nostro Paese, così impoverito e immiserito, dandogli obiettivi non contingenti e speranze non effimere. E' forse chiedere troppo agli italiani? Non credo.

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