un anno senza Big Luciano
Alle 5 di mattina di giovedì 6 settembre dello scorso anno moriva nella sua villa a sud di Modena, stroncato da un tumore al pancreas, uno dei più grandi tenori di tutti i tempi: Luciano Pavarotti. Mi piace ricordarlo oggi con questo mio post inserendo un brano (http://it.youtube.com/watch?v=ONUCPKdGcrk&feature=related) che credo sia il più rappresentativo di tutti nella sua immensa gamma di rappresentazioni vocali espresse in 46 anni di carriera: il "Nessun dorma" dalla Turandot di Giacomo Puccini. Artista completo e sapiente comunicatore (nel senso moderno del termine), e soprattutto personaggio comunque unico all'interno del mondo dello spettacolo, ambasciatore nel mondo del belcanto all'italiana, amante della buona tavola come Rossini e impegnato nella solidarietà (che solo in parte ha bilanciato la caduta di immagine dovuta ai suoi problemi con il fisco, Luciano Pavarotti è stato riconosciuto da molta parte della critica come uno fra i migliori cantanti nel registro di tenore del XX secolo, un secolo che pure ha dato numerosi grandi protagonisti al mondo dell'opera lirica, alcuni dei quali - suoi coetanei o quasi - ancora in attività.
Questo riconoscimento gli è venuto non soltanto per la particolare estensione vocale e padronanza tecnica dello strumento voce, uniti ad una capacità di interpretazione in grado di porlo nella condizione di andare in profondità nella lettura dei personaggi che andava a interpretare sul palcoscenico e nei solchi delle incisioni discografiche, ma anche (e soprattutto) in virtù di quello che il suo collega Josè Carreras ha definito naturale carisma, di cui Pavarotti era evidentemente dotato. Big Luciano - per tutti, il Maestro - è stato al contempo il testimone di un'epoca e di una professione, quella di cantante, per la quale - secondo le sue stesse parole - non è sufficiente il solo talento se esso non è supportato da un'adeguata e talvolta faticosa opera di studio. "Penso che una vita per la musica sia un'esistenza spesa meravigliosamente". Questa la splendida frase (che campeggia ancora oggi sul suo sito ufficiale) che mi piace riproporre per ricordare il Maestro ad un anno esatto dalla sua scomparsa. Ciao Big Luciano.
Questo riconoscimento gli è venuto non soltanto per la particolare estensione vocale e padronanza tecnica dello strumento voce, uniti ad una capacità di interpretazione in grado di porlo nella condizione di andare in profondità nella lettura dei personaggi che andava a interpretare sul palcoscenico e nei solchi delle incisioni discografiche, ma anche (e soprattutto) in virtù di quello che il suo collega Josè Carreras ha definito naturale carisma, di cui Pavarotti era evidentemente dotato. Big Luciano - per tutti, il Maestro - è stato al contempo il testimone di un'epoca e di una professione, quella di cantante, per la quale - secondo le sue stesse parole - non è sufficiente il solo talento se esso non è supportato da un'adeguata e talvolta faticosa opera di studio. "Penso che una vita per la musica sia un'esistenza spesa meravigliosamente". Questa la splendida frase (che campeggia ancora oggi sul suo sito ufficiale) che mi piace riproporre per ricordare il Maestro ad un anno esatto dalla sua scomparsa. Ciao Big Luciano.
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