la scommessa di Scalfari
Oggi è l'anniversario della nascita di un quotidiano (la Repubblica) che sicuramente ha segnato una svolta di notevole portata nel panorama stagnante dell'editoria nazionale e fors'anche europea. L'idea geniale e coraggiosa allo stesso tempo di Eugenio Scalfari e di pochi altri arditi pionieri della carta stampata di coniugare l'esigenza di una nuova, libera e ascoltata voce politico-giornalistica con una nuova formula editoriale (anche dal punto di vista grafico e dell'impaginazione, passando dal formato classico a quello tabloid) attecchì così velocemente e in modo naturale nel nuovo lettore tipo di Repubblica (stiamo parlando del 1976, due anni dopo il referendum sul divorzio, due anni prima del rapimento Moro) da far quasi nascere un nuovo e intelligente modo di intendere e di volere il giornalismo d'assalto, tipico della truppa di Scalfari (da ricordare i vari Bocca, Melega, Mafai, De Luca, Barbato, Rocca, Pirani, Viola, Forattini etc...) e sinonimo quasi automatico di trasparenza intellettuale, cronaca attenta e non faziosa, osservatorio privilegiato delle eventuali magagne italiche del tempo (ricordiamo lo scandalo Lockheed di Antelope Cobbler, le dimissioni di Leone, l'impeachement di Gui e Tanassi e altro ancora, che forse i più giovani lettori di questo blog nemmeno conoscono...) e buon ultimo la voce controcorrente delle sferzanti vignette dissacratorie di Giorgio Forattini, una sorta di mito per il sottoscritto che in quei tempi invece delle figurine Panini ritagliava e collezionava proprio le quotidiane vignette della matita intinta nel veleno intelligente e sincero. Cosa dire a distanza di trent'anni da quel 14 gennaio 1976? Semplicemente che l'Italia è cambiata, è cresciuta, è diventata autoritaria e rispettata anche per le quotidiane attenzioni che le riservava un gruppetto di giornalisti intellettualmente capaci e forieri di novità e uniti da un progetto condiviso che era fondamentalmente quello di contribuire (con lo stile di scrittura e di pensiero del giornale) alla formazione di un modo di orientamente del lettore per educarlo civilmente e culturalmente. Eugenio Scalfari lo ha fatto per i primi venti anni, Ezio Mauro lo sta facendo dal 1996 ad oggi ed il progetto continua. Con successo. Auguri Repubblica, da un tuo vecchio affezionato e fedele lettore.
2 Commenti:
Alle sabato 14 gennaio 2006 alle ore 19:33:00 CET , Anonimo ha detto...
Non sono molto d'accordo sul "non faziosa" ma e' stato un bel giornale, lo leggevo anch'io. Oggi, a trent'anni, e' cambiato anche lui, direi in peggio.
Alle domenica 15 gennaio 2006 alle ore 14:49:00 CET , nomadus ha detto...
Rispetto profondamente la tua opinione sul mio post, caro NIKONEFFE, e, visto e considerato che anche tu leggevi la Repubblica, ti sarai accorto che la NON FAZIOSITA' di cui parlavo io si riferiva proprio al fatto che l'impronta politica del quotidiano romano in questi anni ha permesso di NON fare sconti a nessuno, di destra o di sinistra o di altro schieramento connotativo di idee e opinioni diametralmente opposti e magari non condivisibili, però alla fine di tutto, rimaneva una sensazione di equidistanza (seppur critica)dalle posizioni espresse a favore del lettore, unico insindacabile arbitro del proprio giornale, a differenza di altre testate (non voglio fare esempi, perchè si fanno da soli...)che hanno un'impronta politica e padronale le cui idee e commenti sono così appiattiti e servili nei confronti del padrone-editore da far rimpiangere i cinegiornali LUCE di molti anni addietro. Comunque ti ringrazio per la lealtà e la coraggiosa esposizione del tuo pensiero, a differenza del silenzio di altri lettori che preferiscono non commentare...Colgo l'occasione per ringraziarti dell'invio della foto di Kuwait City che provvederò a pubblicare e grazie anche delle belle tue parole per il mio blog. A presto, mio nuovo e caro amico!
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