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venerdì 13 gennaio 2006

il dribbling del presidente


Proprio ieri scrivevo dei molteplici e non certo defatiganti impegni (istituzionali e non) del nostro premier, ed oggi tutta la stampa italiana dedica ampio risalto alla deposizione fatta non in Procura o a Palazzo Chigi (come da protocollo) ma in una saletta riservata e, ovviamente, off-limit alla stampa e alla tv sempre più famelica e alla ricerca di eventuali scoop da destinare ad un pubblico per lo più distratto o, tutt'al più, interessato ai conti della serva, vale a dire a far quadrare il bilancio familiare o, per meglio intenderci, mettere insieme il pranzo con la cena (che di questi tempi è un'impresa paragonabile alle famose scalate di Messner, non certo di Ricucci...) mentre i grossi calibri della politica e della finanza mettono insieme altre cose. Dicevo di questo risalto dato alle dichiarazioni del primo ministro riguardo l'affare Unipol (tanto di moda in questo periodo) ed in particolare della ventilata (a suo giudizio) ingerenza e pressante interessamento da parte del presidente dei DS Massimo D'Alema nei confronti di chi deteneva quote azionarie (tramite le Generali) di BNL da vendere a Giovanni Consorte, all'epoca ancora a capo di Unipol. Questa supposta manovra non è andata a buon fine, ma, secondo la logica perversa e chiaramente anticomunista dell'ex delfino di Craxi, ciò era più che sufficiente per dimostrare (nei fatti e nelle intenzioni) la malevola e pericolosa avanzata delle truppe di sinistra (con cavalli e cosacchi in uniforme...) verso i sancta sanctorum della finanza e dell'imprenditoria italiana, con relativo e consequenziale abbrutimento dei diritti e delle situazioni democraticamente espresse dalla conduzione limpida e lineare (e aggiungerei per niente "pro domo sua"...) del cavaliere in questi anni. Alla fine della deposizione del premier, i giudici non hanno ritenuto di intraprendere alcuna azione giudiziaria nei confronti di D'Alema ma di eventualmente ascoltarlo in merito ai fatti di cui si è parlato (da notare che il primo ministro riferisce che tali informazioni le ha apprese da due stranieri che a loro volta le avevano avute da una terza misteriosa persona...) e alla fine, come ho scritto nel titolo di questo post, c'è stato il classico dribbling a rientrare del cavaliere: ha deposto il giorno prima del previsto, facendo marameo alla stampa tutta, e poi oggi ha corretto il tiro per non suscitare comprensibili ire funeste da parte della sinistra che (a mio avviso a ragione) intravede in tutte queste azioni, diciamo così tipicamente calcistiche con cross, finte e controfinte, una sorta di campagna promozionale per gli acquisti (di voti) più o meno consigliati dal suo entourage in vista della fatidica data del 9 aprile. Buona partita cavaliere, e vinca il migliore, naturalmente.

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